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Coronavirus? Lavorare da casa. Ma come essere tranquilli tra dati sensibili e sicurezza privata sulla rete?

Cybersecurity personale? Sono tempi di lavoro agile, da casa, vedi emergenza Coronavirus, e la nostra identità digitale è più che mai a rischio. Secondo Chester Wisniewski, Research Scientist di Sophos – colosso della sicurezza informatica, è bene capire meglio come affrontare quindi questa tematica. Anche se, a dire il vero, le raccomandazioni sono sempre le stesse.
Per prima cosa è bene aggiornare il PC e i nostri devices, smartphone incluso, appena possibile, magari ideando una nuova password:

“La gran parte delle persone non sceglie password particolarmente complesse e, cosa ancora più rischiosa, non le differenzia ma usa la stessa ovunque”.

Bene averla con caratteri alfanumerici, non facilmente intuibile e con più caratteri possibili (pensate che se è di 16 ci vogliono 10mila anni per indovinarla).

Qualche idea per una password nuova? Una frase di una nostra canzone preferita, magari, o di una poesia che abbiamo fissa in mente, magari senza vocali e con dei numeri all’interno.

Volendo usare i sistemi di salvataggio automatico (le finestre che chiedono se vogliamo salvare una password prima di uscire da un sito) è un comportamento potenzialmente rischioso perché se il computer viene attaccato da un virus, prenderà facilmente tutte le password. Meglio gestirle, magari con l’utilizzo di un password manager, programmi e applicazioni che aiutano a memorizzare in modo sicuro le chiavi di accesso: basta avere un’ottima password per accedere a questi siti.

Smart Working significa anche attenzione alle email e quando lavoro e vita privata si mischiano, è bene avere sempre chiaro il livello di sicurezza di cui avremo bisogno tra password e impronta digitale. E magari, perché no, segnalando con colori o simboli particolari gli elementi che per la nostra azienda sono particolarmente sensibili. Come per l’home banking, insomma.

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