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Dai più classici a quelli Made in Italy, da un festival a Cuba alla loro storia: il sigaro e le sue tendenze

Non sono mai stato appassionato del sigaro, che però, indubbiamente, ha un fascino assolutamente unico, come il sapore, e al pari della pipa.
Come quello dedicato a Giacomo Puccini: per gli appassionati fumatori, il 2020 è iniziato con la notizia che Manifatture Sigaro Toscano ha lanciato il suo nuovo “Puccini” per omaggiare il genio del celebre compositore che si narra compose la celebre aria della Turandot– “Ma il mio mistero è chiuso in me, il nome mio nessun saprà…” – abbandonato alla sua passione per il Toscano. Una sinfonia di gusto, con un inizio soave che termina in un crescendo di forza, come descritta dagli esperti. 
Recente è anche l’uscita dell’Assolo: tiratura limitata perché per produrre questa nuova forma magnum le sigaraie più esperte della Manifattura di Lucca si sono dovute sottoporre infatti a un training particolare. Assolo si inserisce nella fascia più alta del Toscano e ricorda il 200, lanciato nel 2018 in occasione dei 200 anni del sigaro più fumato d’Italia.


Facendo un passo indietro, si perde nella notte dei tempi la data della primissima coltivazione di tabacco, sicuramente in America dove, dopo la scoperta, si venne a conoscenza dell’usanza degli indigeni di coltivare da secoli il tabacco per fumarlo. Il cigarro dei Maya arrivò a diffondersi anche in Spagna e Portogallo come sinonimo di ricchezza, fino a toccare tutta l’Europa grazie agli ambasciatori. Nel 18° secolo durante una campagna di militare a Cuba, un comandante americano introdusse la coltivazione del tabacco nel Connecticut, da allora divenuto lo stato di produzione principale al mondo di sigari.
Al sigaro dobbiamo persino la creazione di un abito apposito per questi eventi nobiliari ottocenteschi nei quali era protagonista, lo smoking, e Cuba, fino a metà secolo principale produttore di sigari diventa con 1300 fabbriche che lavoravano a mano, pochi anni dopo si oppone all’avvento dei macchinari per la produzione, portando il numero di fabbriche ad appena 130. 
Il sigaro conquista anche nel Veneto, tra club esclusivi per grandi appassionati come El Puro a Vicenza, nato alla fine del 2002 e divenuto Circolo Culturale “El Puro” con in programma molti eventi originali sul tema e frequenti valutazioni dei sigari internazionali secondo precisi parametri di qualità, tanto da detronizzare numerosi sigari illustri. Nel frattempo, si è appena svolta a L’Havana il consueto appuntamento annuale con il Festival del Habano, 22^ edizione dell’evento più prestigioso al mondo dedicato ai sigari cubani. Tra i protagonisti, con numerose nuove proposte sul mercato, il marchio Bolívar, l’85° anniversario di Montecristo e la serata di gala di Romeo e Julieta, uno dei più ammirati i marchi Habanos che ha festeggiato 145 anni.

Il mondo dei sigari è costellato di termini tecnici anglosassoni e spagnolispecifici e che vanno a formare un vero e proprio glossario: ad esempio la cigar band, anellino di carta decorata che avvolge il sigaro vicino alla testa, riportando marchi e origine. L’anno di raccolta del tabacco? Si chiama, in gergo, vintage, da non confondersi con quello di produzione del sigaro, mentre il cubano è definito Habano e con smoking time si indica il tempo totale della fumata: un sigaro robusto dura 20/30 minuti, mentre un doppio più di un’ora.
Sigaro in gran spolvero anche al cinema: data astrale 2399 nell’ultimo episodio di Star Trek – Picard, dove fa capolino un sigaro (episodio 3 della serie “La fine è l’inizio”): Picard fa la conoscenza di altro ex ufficiale della Flotta Stellare, Cristóbal Rios, fresco di battaglia e già con un sigaro in mano. Casualità che anche il nome della sua nave – La Sirena – coincida con quello di un celebre marchio di sigari che ne ricorda anche il logo? 

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