La partnership tra due amici e artisti, Carlo Dal Bianco e Matteo Pala, in esposizione nel cuore di Vicenza
Adoro il design, le forme, i colori degli oggetti preziosi, di lusso, unici e mai uguali tra loro. Per questo amo fare un salto dalla cara Maria Luisa Amatori, a L’Idea in Piazza dei Signori a Vicenza: questo è il regno del design, dei complementi d’arredo che sanno dare un tocco originale ad ogni stanza, casa.
Qui sono protagonisti i tappeti della collezione Flora, firmati dalla partnership tra due geni del design: Carlo Dal Bianco e Matteo Pala.
Flora è un mondo che fiorisce, è la primavera, è la nuova vita. E la collezione Flora esalta la bellezza dei fiori e le infinite sfumature di colore della natura.
5 tappeti dalle linee morbide e sinuose o rettangolari secondo la tradizione per raccontare l’atmosfera romantica dei giardini storici in una visione armonica che unisce l’Oriente e l’Occidente. Un rigoglioso giardino dove i fiori sono reinterpretati utilizzando lane e sete pregiate, sapientemente annodate a mano nel nord dell’India.
Ho incontrato Carlo Dal Bianco, designer e creativo di fama internazionale per chiedergli cosa rappresenta il romanticismo per un designer come lui
Quando sento parlare di romanticismo, penso ai pittori Romantici e, ridendo, non alla festa di San Valentino. Come non ricordare il famoso “Bacio” di Francesco Hayez o “La Zattera della Medusa” di Géricault?Questo fantastico periodo storico, culturale e artistico enfatizzava infatti il sentire dell’uomo in rapporto alla natura, ma anche al fatto storico, contrapponendosi in realtà al periodo Neoclassico, l’età dell’illuminismo, del pensiero e della ragione, a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, periodo che io prediligo. E dunque amo profondamente il Neoclassicismo per la sua eleganza, la leggerezza e l’equilibrio assoluto delle forme, l’utilizzo del colore e la composizione in architettura. Per citare qualche esempio: Robert Adam, architetto il Inghilterra, Antonio Canova, scultore in Italia, oppure il grande Schinkel in Germania, a cui mi sono più volte ispirato. In tutto questo mondo di “perfezione ed armonia” riesco però ad avere forti perplessità sul suo protagonista assoluto, che porta il nome di Napoleone Bonaparte, a cui ho anche in realtà dedicato un pannello d’arredo in mosaico per Bisazza, che è stato il fautore di infinite deportazioni di opere d’arte che hanno dilapidato, anche se in realtà scalfendo di poco, il nostro grande patrimonio artistico italiano a favore del Grande Louvre di Parigi, depredando chiese ed intere collezioni. Imperdonabile!
Cambiando completamente registro, io non mi sento un architetto o un designer “romantico”. Ancora una volta posso dire che mi sento più “neoclassico” o addirittura “barocco”, definendo come “barocco” il gusto per il gesto scenografico, il piacere per la sorpresa e lo stupore per una soluzione d’arredo, utilizzando colori, luci e ombre, tessuti e quadri. Nella mia lunga esperienza con Bisazza (quest’anno sono giusti-giusti 20 nni) ho innumerevoli volte abbracciato il tema floreale, ma anche tessuti d’arredo, dettagli di dipinti o semplici geometrie, e mi rendo assolutamente conto che il tutto potrebbe essere riepilogato con un concetto di “nuovo romanticismo”, ma così non è.
Ancora una volta nella collezione di tappeti “Flora” disegnata per Matteo Pala mi è piaciuto confrontarmi con i fiori e la natura fino ad arrivare, come ad esempio nel tappeto Daphne, a considerare temi mitologici partendo comunque da un immagine “floreale” di un antichissima corona greca. Con ogni probabilità nel mio inconscio c’è fin dalle mie prime esperienze, la voglia di creare un linguaggio dedicato alle donne della mia vita, alle amiche, alle committenti e comunque in generale al mondo femminile.
Come mai questo connubio tra arte tessile e atmosfere romantiche?
Caro Vinicio, rispondendo a questa domanda riprendo un po’ quanto ti ho illustrato finora. Anche il mondo tessile risponde ad un mio bisogno quasi fisiologico di ricerca di Bellezza. Ricordo precisamente il momento in cui mi è scattata questa scintilla, rispondendo a una mia domanda personale ben precisa: “come posso tradurre, con un linguaggio contemporaneo, tanta bellezza e tanta ricchezza di forme, immagini e colori che ci vengono dal passato?”. Mi trovavo nella sala del trono del Palazzo Reale di Madrid. E ricordo che in quegli anni, nel 2001, iniziavo ad occuparmi di mosaico, ma non avevo ancora trovato un mio linguaggio e un mio filo conduttore in quello che progettavo. È stato come un flash, una scarica di emozione e commozione assieme e da allora ho cominciato ad osservare con sana bramosia riviste, libri, ma anche musei o collezione d’arte da dove ho cercato di trarre spunti e nuovi stimoli per questo mio nuovo percorso. Ricordo che mi divertivo moltissimo a riproporre alcune “icone del passato” che già facevano parte del nostro patrimonio comune di immagini come i damaschi e le tovaglie di fiandra, il pied de poule di una vecchia coperta della Lanerossi o le righe di una carta da parati di mia mamma Ester, oppure la paglia di Vienna utilizzata nelle sedie viennesi Thonet o gli effetti di chiaroscuro degli asciugamani di piqué… Tutta questa ispirazione ha poi dato origine ad alcuni dei miei decori più riusciti per le mie nuove collezioni per Bisazza.
Con questa stessa logica ho immaginato anche la nuova collezione di tappeti “Flora” per Matteo Pala, che sono stati esposti con grande generosità nello spazio “L’Idea” dell’amica Luisa Amatori che con grande professionalità gestisce e conduce il suo negozio in Piazza dei Signori a Vicenza. Al contempo mi piace tantissimo immaginare i miei tappeti esposti anche nello spazio espositivo dello stesso Matteo Pala nella cornice di Villa Zileri Motterle a Monteviale, vicino agli affreschi del grandissimo Giambattista Tiepolo, tra le mura riprogettate da Francesco Muttoni e Ottone Calderari e a fianco della grotta delle conchiglie: uno scrigno di tanta bellezza. E per tutto questo mi sento di ringraziare ancora i cari Matteo Pala e Luisa Amatori.
A cosa si ispira la Collezione Flora by Matteo Pala e Carlo Dal Bianco?
La Collezione Flora è una serie di cinque tappeti che parla di natura e colori. La collezione esalta la bellezza dei fiori e le infine sfumature dei cromatismi della natura per raccontare anche l’atmosfera dei grandi giardini italiani e francesi, cercando di unire il mondo occidentale con le tradizioni dell’antico Oriente. Flora è stata pensata come un mondo floreale, primaverile, perché tutti noi sappiamo che i fiori rappresentano la nuova vita, preludio di abbondanti frutti e universalmente riconosciuti come l’immagine più bella, profumata e appassionante del mondo. Negli ultimi anni, inconsciamente, piano piano, mi sono avvicinato al mondo del giardinaggio. Uno dei miei sogni che spero potrò realizzare negli anni è quello di possedere una serra in ferro e vetro dove potermi rilassare tra le mie piante e i miei fiori. Questo è un sentire comune tra me e mia moglie Alessandra: per ora coltivare e curare la nostra terrazza ci appassiona e ci diverte. Coltivare i fiori e osservarli ci infonde un profondo senso di pace e serenità. Anche i colori li considero una delle essenze del mondo. Gli stessi colori che poi sento di utilizzare a piene mani nei miei progetti di interior, interpretando il gusto della committenza, ma a volte semplicemente abbinandoli al colore di un dipinto o di un tendaggio. Ma anche appunto ad un tappeto.
Tornando alla Collezione Flora, il primo nato è Momoka che letteralmente in giapponese significa “cento fiori di pesco” e “profumo dei fiori”. Questo rappresenta le fioriture spettacolari nell’antica città di Kyoto, dove i fiori nascono a grappoli sui tronchi nodosi dei peschi.Il secondo tappeto, sempre dedicato al Giappone, è Geisha che parla del mondo di queste donne avvolte dal silenzio, figure angelicate che vivono nella penombra nei loro kimoni, compagne silenziose che coltivano l’arte della bellezza nei modi, negli abiti e nel corpo. Anche i fiori del tappeto si perdono nel silenzio della penombra. Momoka e Geisha esprimono, se vogliamo, il bisogno urgente di bellezza come antidoto in questo periodo storico devastato dalle preoccupazioni e dall’incertezza. I fiori sono un gesto benaugurale, segno di armonia e vitalità, perché è stato più volte scritto che … sarà la Bellezza e l’Armonia, vere promessa di felicità, che salveranno il mondo!
Il terzo tappeto, Peonia, ricorda l’estremo Oriente, ma questa volta la Cina Imperiale. Nell’iconografia tradizionale rappresenta la buona fortuna. La peonia, chiamata anche la “rosa senza spine”, è appunto un fiore generoso che non riserva insidie.
Il quarto tappeto si sposta invece nell’Inghilterra Tudor della seconda metà del Cinquecento. Milady è infatti dedicato alla regina Elisabetta I, caratterizzata nelle immagini tradizionali dal suo iconico ed inconfondibile pallore. Forse, e inconsciamente, è dedicato alla fantastica icona super snob e allo stesso tempo pop della nostra cara regina Elisabetta II.
Il tappeto Daphne, il più monumentale dei cinque, è anch’esso dedicato al mondo della natura reinterpretato come la trasposizione in lana neozelandese e fibra di bamboo dell’immagine di un antico gioiello greco del IV° secolo che si può ammirare in una teca del museo di Volos. In realtà il nome cita il mito di Daphne, la ninfa che si trasformò in albero per difendersi dalle smanie amorose di Apollo. Lei, disperata, invocò il padre che la mutò in un albero di alloro difendendo così per sempre la propria libertà. Come non ricordare il sommo capolavoro di Gianlorenzo Bernini “Apollo e Daphne” conservato alla Galleria Borghese di Roma? I cinque tappeti sono proposti anche con forme regolari e ortogonali, ma in realtà nel mio pensiero nascono con forme morbide e fluide che si dispongono e si adattano agli ambienti e agli spazi della casa in modo armonico e organico. Questo risponde ad ogni disposizione dell’arredo, perché concepiti per una corretta personalizzazione.
Concludo dicendo che in questo progetto ho immaginato forme libere, tappeti preziosi e tanta voglia di profumi e sapori orientali, sognando assieme ad Aladino viaggi lontani, voli pazzeschi nella fantasia, raggiungendo città e luoghi inesplorati, proprio in questo periodo così difficile che ci vede costretti e privati della nostra piena libertà. Ma con la certezza che l’amore per l’arte e la bellezza potranno essere per sempre la migliore medicina.
Tutto questo è la Collezione Flora.
La collezione Flora di Carlo Dal Bianco e Matteo Pala
La mostra è visitabile fino a fine febbraio 2021 presso L’IDEA di Amatori Maria Luisa Piazza dei Signori 56 36100 Vicenza.
In ottemperanza alle disposizioni ministeriali e a tutela della sicurezza dei clienti, è consentito l’ingresso in Atelier di massimo 6 persone.
Preferibile fissare appuntamento via email lidea@amatori.it oppure al numero 0444/542052.
www.matteopala.it – www.carlodalbianco.it