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Aveva realizzato la stupenda installazione sul Lago d’Iseo per “camminare sull’acqua”

È scomparso ieri a 84 anni Christo Vladimirov Javacheff, tra i maggiori esponenti dell’arte contemporanea. Artista che ho amato molto, sopratutto per la sua opera del 2016 The Floating Piers sul Lago d’Iseo. Christo, nato in Bulgaria, è stato tra i più grandi esponenti della Land Art e con la sua arte modificava e ridisegnava il paesaggio.
50 anni di carriera nei quali ha più volte imballato e impacchettato il mondo, dalla Porta Pinciana a Roma, 1974, al Reichstag di Berlino (’95), dal Pont Neuf di Parigi (’85) alla Kunsthalle di Berna.
In questo 2020 avrebbe dovuto impacchettare l’Arco di Trionfo a Parigi, ma il progetto è stato rinviato per la pandemia e riprogrammato all’autunno 2021. Sicuramente la sua opera definitiva.

Cosa voleva dirci, Christo?

Voleva cambiare l’immagine dle mondo, con opere grandiose, da vivere e fotografare.

“Non voglio usare chiavi politiche, letterarie o religiose per parlare del mio lavoro. Il mio lavoro è la cosa in sé. Se vogliamo, è politica in sé. Avete idea di cosa può voler dire ottenere i permessi per impacchettare il Reichstag? Convincere Mister Kohl e tutto il Bundestag? Costringerli a votare qualcosa che non esiste ancora, se non nell’immaginazione? Questa è vera dimensione politica, non illustrazione della politica, ma pura visione politica”.

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